Impianto fotovoltaico: come funziona, prezzi e progettazione efficace
Secondo il Rapporto ‘Comuni Rinnovabili 2016’ di Legambiente, cresce il numero di unità abitative che decidono di investire sull’energia solare: sono più di 70 mila le famiglie italiane coinvolte nell’utilizzo del fotovoltaico nel 2016. Dati che fanno riflettere su quanto gli sgravi fiscali fino al 50%, previsti con il Dm ’Quinto Conto Energia’ del luglio 2012, abbiamo dato i loro frutti, soprattutto su piccola e media scala. Resta infatti ancora troppo basso il numero di attività industriali che basano il loro consumo su fonti energetiche pulite. Eppure, il nostro Bel Paese offre una posizione geografica ottimale (ed invidiata nel resto del mondo) per sfruttare al meglio i benefici di questo straordinario sistema di risparmio energetico.
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Ma com’è fatto un impianto fotovoltaico? E come funziona?
Un impianto fotovoltaico prevede l’assemblaggio di moduli o pannelli in silicio. Questi pannelli contengono le celle fotovoltaiche, cioè i veri e propri generatori di corrente. Le celle infatti attivano il cosiddetto effetto fotovoltaico: i fotoni, o meglio i raggi solari, colpiscono gli elettroni presenti sul pannello conduttore, attivandone la carica elettrica. Ecco quindi, riassunto al massimo, come l’energia solare si converte in energia elettrica. Ed è solo una parte del corretto funzionamento dell’impianto fotovoltaico. Gli altri elementi necessari sono i cavi elettrici e gli inverter per la conversione dell’energia. Fondamentale è l’accumulatore o batteria di accumulo: un sistema che serve a conservare la carica elettrica creata dai moduli ed a utilizzarla in maniera differita, cioè all’occorrenza. Inoltre, la potenza di un impianto, in gergo tecnico ‘potenza nominale’, deriva dalla somma della potenza di ciascun pannello inserito
Esistono due tipologie di impianto:
- Impianto ad Isola: è considerato ‘isola’ perché soddisfa le necessità energetiche dell’edificio per cui è stato creato. Serve per le singole unità abitative e per l’autoconsumo.
- Impianto Connesso in Rete: prevede un sistema più articolato ed esteso, in quanto distribuisce l’energia prodotta verso più destinazioni. Vengono connessi ad una rete elettrica di distribuzione esistente e sono gestiti da terzi.
Quali sono i costi e le tempistiche stimate per il risparmio in bolletta?
Oggi, grazie alla crescita che questo mercato ha vissuto, comportando una produzione di massa, i prezzi delle materie ed i costi di progettazione ed installazione si sono abbassati notevolmente.
Il prezzo medio per un impianto completo, la cosiddetta formula ‘chiavi in mano’, inclusivo di materiali, progettazione, installazione e fornitura, si aggira sui 2.500€ al Kw. Gli sgravi fiscali del 50% incidono molto sull’abbattimento dei costi dell’investimento.
Installare un impianto fotovoltaico infatti rappresenta un’occasione su più fronti: si dà una mano all’ambiente, contrastando l’inquinamento, e al contempo si ricava un risparmio economico in bolletta. Se l’energia prodotta si usa ed è sufficiente per l’autoconsumo, la bolletta sarà zero, e da lì comincia il recupero della somma investita per installazione. Recuperato il costo dell’investimento, l’energia sarà autoprodotta senza costi, se non quelli relativi alla manutenzione dell’impianto. Il tempo medio stimato per il recupero dell’investimento è di 6/12 anni.
Da non sottovalutare, per riprendere in meno tempo la somma investita, la possibilità di effettuare ‘lo scambio sul posto’: se l’energia prodotta è in esubero rispetto al fabbisogno, si può immetterla in rete, a favore del Gse, nonché il gestore dei servizi energetici, che paga per effettuare lo scambio.
Come progettarlo e installarlo? Quali caratteristiche deve avere per essere efficace?
- Gli impianti fotovoltaici ottimizzano i consumi energetici, con un proficuo ritorno in bolletta, specialmente quando vengono utilizzati per l’autoconsumo. Ecco perché le famiglie italiane scelgono di installare i pannelli fotovoltaici: per consumare l’energia che loro stesse producono, grazie all’energia solare.
- Di fondamentale importanza è il sistema di accumulo: grazie ad esso, ed alla sua capacità di conservazione dell’energia prodotta dai pannelli, si può usufruire dell’elettricità quando se ne ha bisogno. Si tratta di una ‘riserva energetica’ cui attingere quando la luce solare diminuisce o semplicemente non c’è, ad esempio in inverno, di notte o alle prime ore del mattino.
- Stabilire a priori quali necessità energetiche l’impianto deve soddisfare è un passo decisivo per scegliere correttamente quali e quanti pannelli inserire nell’impianto per renderlo efficace. Si può infatti decidere se l’impianto debba far fronte alle esigenze energetiche annuali o se usarlo come surplus, in aggiunta.
- L’energia ricavata è proporzionale all’irraggiamento solare disponibile: più quest’ultimo è potente e più energia verrà prodotta. Dunque l’esposizione solare deve essere analizzata attentamente: per l’Italia, la posizione ottimale prevede un’inclinazione dei pannelli di 30° e l’esposizione verso Sud.
- Fare una valutazione dei costi e della fattibilità prima dell’installazione è sempre consigliato.
- Come in tutti i settori, conviene perciò affidarsi alla professionalità di operatori competenti e con una formazione certificata. Occorre ovviamente rivolgersi a figure professionali che, grazie a competenze specifiche, si occupano di vagliare le necessità energetiche, progettando di conseguenza l’impianto ideale e installando quello più adatto.
Esistono infatti enti di formazione riconosciuti e certificati, che propongono corsi dedicati proprio alla formazione di addetti alla progettazione e installazione di pannelli fotovoltaici.
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