Antitarlo e Trattamenti antitarlo, cosa fare? Rimedi naturali e fai da te
Spessissimo ho consigliato alle persone di trattare il legno con l’antitarlo, ma negli anni ho avuto sempre feedback molto differenti, anche sullo stesso prodotto ho avuto pareri molto discordanti.
Ho voluto analizzare le cause di questo comportamento alquanto anomalo perché mi interessava capire il perché di tanta differenza di pareri, per poi trovare ovviamente una soluzione univoca da far adottare a tutti.
Contenuti di: Antitarlo e Trattamenti antitarlo, cosa fare? Rimedi naturali e fai da te
- 1 Tarli o Tarme?
- 2 Il tarlo, cos’è e perchè è importante conoscerlo
- 3 Il tarlo ha abbandonato il legno oppure è ancora li?
- 4 Come risolvo il problema e quale trattamento antitarlo devo utilizzare?
- 5 Trattamenti antitarlo fai da te in 5 semplici passaggi
- 6 Rimedi naturali come antitarlo
- 7 Trattamento antitarlo con microonde o metodo anossico
- 8 Conclusione sui trattamenti antitarlo
- 9 Prevenire è meglio che curare (la soluzione definitiva)
- 10 I prodotti antitarlo
Tarli o Tarme?
Mi è capitato spesso (forse qualche volta io stesso avrò usato impropriamente i due termini) di sentir parlare persone che dicevano di avere dei problemi con i tarli nel legno, ma allo stesso tempo mi capitava di sentire (magari la stessa persona durante la stessa conversazione) dire un minuto dopo “ma queste tarme del legno son proprio fastidiose le devo assolutamente eliminare”.
Ok, forse per molti questa precisazione non occorre ma io la faccio non si sa mai!!!
Innanzi tutto mi chiedo perché si confondano le due cose, a mio avviso è tutto molto semplice, spesso i due fenomeni si presentano nello stesso momento ed hanno caratteristiche simili quindi si tende a far confusione.
Le tarme attaccano i tessuti (peli, pelli e via dicendo) e sono dei lepidotteri, anche queste tendono a fare dei buchi nei tessuti che attaccano e sono molto fastidiose, ma si eliminano un pochino più facilmente, infatti spessissimo basta inserire delle stecche di cannella oppure dei sacchetti di lavanda all’interno dell’armadio o del mobile per eliminare il problema.
Ma il nostro vero problema (quello di cui vi vogliamo parlare oggi) sono i tarli del legno, che a differenza delle tarme sono dei coleotteri e si nutrono di CELLULOSA, EMICELLULOSA E LIGNINA insomma per farla breve della polpa del legno!!
Il tarlo, cos’è e perchè è importante conoscerlo
Mai come in questo caso è di fondamentale conoscere il problema alla radice, come dicevo prima i pareri discordanti dovevano avere un minimo di verità ed era impossibile capirlo se prima non si conoscevano un pochino più nel dettaglio le logiche della formazione dei tarli.
Partiamo con il dare qualche informazione che poi si rivelerà utilissima per capire meglio il fenomeno e successive soluzioni.
- Il tarlo può avere un periodo di incubazione che può arrivare anche a 3/4 anni
- Una volta che i fori saranno visibili in superficie vuol dire che il tarlo ha abbandonato il legno (la “farfalla” è volata via)
- Il tarlo ha bisogno di una temperatura di almeno 13°/14° per svilupparsi e un’umidità relativa oltre il 50% (capiamo bene il motivo per il quale prediligono ambienti domestici)
- Il legno viene attaccato solo dalle larve (e non dall’uovo o dal tarlo ormai adulto)
Il tarlo ha abbandonato il legno oppure è ancora li?
Ragazzi mi dispiace deludervi ma non è semplicissimo stabilirlo, infatti l’unico indicatore di presenza di tarli (su un oggetto già tarlato) potrebbe essere la presenza a terra di una polverina, ma poco importa, perché se vogliamo evitare che i tarli tornino dobbiamo trattare il mobile comunque, in quanto le gallerie scavate all’interno del mobile (se sono molte viene compromessa tantissimo la stabilità del mobile) sono un terreno fertilissimo per la deposizione di altre uova da parte dei tarli.
Dopo queste doverose premesse passerei più alle cose pratiche, adesso che abbiamo capito un pochino la dinamica del problema cerchiamo anche di risolverlo.
Come risolvo il problema e quale trattamento antitarlo devo utilizzare?
Per rispondere a questa domanda ho unito un pochino delle mie conoscenze (e dei miei conoscenti) con cose lette nei libri oppure trovate in rete (come sempre la rete si sbizzarrisce in mille modi, ma bisogna filtrare quello che si legge, mi è capitato di imbattermi in letture che screditavano tutti i metodi per poi proporne uno proprio alla fine dell’articolo, questo vuol dire pilotare a prescindere l’utente….e non va bene).
Pane al pane vino al vino, vedi della polverina a terra? vedi qualche buchetto nel mobile? Vai nella ferramenta più vicina a te e chiedi un antitarlo.
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Però perché tanti risolvono e tanti no??? Vorrei fare una piccola lista di varie casistiche:
- Il tarlo ha già abbandonato il legno, noi facciamo il trattamento e siamo convinti di aver risolto il problema grazie al nostro intervento , ma in realtà il problema era già bello che risolto. L’utente in questione sarà una persona che ci restituirà un feedback strapositivo del prodotto, ma va bene così perché comunque il trattamento avrà uno scopo preventivo (che non basta) ma già è un buon inizio, poi magari si è anche un pò fortunati ed il tarlo non torna più a prescindere
- Faccio il trattamento nei minimi dettagli (da manuale) ma il tarlo è sempre li più forte di prima. In genere se si acquista un trattamento vi verrà dato un insetticida, con buone possibilità che sia a base di permetrina, questa agisce sul tarlo solo in un preciso momento della propria vita ( tra i mesi di marzo e maggio), fare un trattamento al di fuori di questi mesi riduce di molto le possibilità che il trattamento vada a buon fine.
- Pur avendo fatto il trattamento nel periodo ideale non ho ottenuto risultati. Non è semplice avere tutti gli accorgimenti del caso e fare un buon trattamento, specie se i tarli sono tanti.
Per andare in profondità in tutte le gallerie scavate sarebbe cosa buona iniettare il liquido con una siringa buco per buco ( e questo non ci garantisce comunque il raggiungimento in profondità delle gallerie) ma spesso i buchi sono molti e quindi non è facile fare questo, per questo motivo si applicherà con un pennello il liquido su tutta la superficie, riducendo comunque le possibilità di arrivare in profondità
Potremmo continuare con altre casistiche ma direi che queste sono le principali cause di insuccesso.
Trattamenti antitarlo fai da te in 5 semplici passaggi
Ma se vogliamo procedere ad applicare il nostro trattamento antitarlo a chi dobbiamo rivolgerci? In realtà applicare i prodotti antitarlo sui mobili è abbastanza semplice e non richiede competenze particolari. Vediamo allora come poter debellare i tarli con metodo fai da te.
- Per prima cosa abbiamo bisogno di un telo abbastanza grande da stendere a terra, per proteggere il pavimento da accidentali cadute del prodotto. Il telo sarà utile anche alla fine del nostro trattamento, quando andremo ad imballare il nostro mobile appena trattato. Ma procediamo con ordine. Il primo consiglio che vi do è di smontare, se ne avete la possibilità, il vostro mobile, in modo da raggiungere più facilmente angoli e zone difficili. Tenete anche presente che il trattamento va effettuato con particolare attenzione sulle parti interne del mobile.
- Se notiamo dei buchetti possiamo spruzzare dentro il prodotto in formato spray, tramite appositi tubicini da applicare alla bomboletta.
- Un altro consiglio che voglio darvi. di cui mi hanno spesso parlato, è quello di poggiare i piedi del mobile su delle ciotole in plastica, dove versare il prodotto antitarlo. In questo modo il trattamento dovrebbe distribuirsi capillarmente in tutto il mobile.
- Il metodo più comune è comunque quello di utilizzare un pennello per distribuire l’antitarlo lungo tutta la superficie, in particolare sulle zone più danneggiate.
- A questo punto dopo aver trattato i nostri mobili non dobbiamo fare altro che avvolgere e chiudere il tutto con un telo, in modo tale da creare una sorta di camera a gas per debellare i nostri nemici tarli. Più lasciamo imballato il mobile e meglio è, vi consiglio addirittura di lasciarlo riposare per almeno 20 giorni.
Rimedi naturali come antitarlo
Ne ho viste e sentite di mille colori e francamente non ho avuto mai un riscontro oggettivo da potervi presentare oppure consigliarvi (è difficile farlo già con prodotti chimici più aggressivi figuriamoci con dei metodi naturali).
Per non sembrare pigro ve ne elenco alcuni che mi vengono in mente, spazio alla fantasia….
- Canfora
- Naftalina
- Olio di cedro, vodka
- Lavanda
- Cannella
Secondo me qui si fa un po’ confusione con le Tarme!!
Ad oggi comunque si trovano anche dei prodotti in ferramenta completamente naturali con ingredienti di origine vegetale con sali borici di potassio che sembrano stiano dando degli ottimi risultati.
Ho letto anche di metodi alternativi naturali quali quello di mettere il mobile nel congelatore (ovviamente dove le dimensioni permettono), in effetti non ci avevo mai pensato, ma se vado per logica io lo ritengo un metodo valido!!! Se questi animaletti hanno bisogno di una temperatura di minimo 13° per vivere, a mio avviso se li facciamo scendere ben al di sotto il risultato è garantito, vi prometto che consiglierò questa soluzione anche solo a modi di sperimentazione.
Trattamento antitarlo con microonde o metodo anossico
Questi trattamenti di sicuro sono un pochino più complicati da eseguire, o meglio non sono fai da te, infatti bisogna rivolgersi a dei laboratori specializzati in questi trattamenti.
Per quanto riguarda il microonde credo che ci sia ben poco da spiegare infatti le onde riescono ad arrivare in profondità ed eliminare sia le uova la larva e l’insetto adulto.
Allo stesso modo il trattamento anossico ovvero anaerobico (in mancanza di ossigeno) è in grado di eliminare sia le uova la larva e l’insetto adulto, gli oggetti da trattarevengono inseriti in delle camere in assenza di ossigeno e spesso anche con l’ausilio di alcuni prodotti chimici atti all’eliminazione del tarlo in maniera definitiva.
Conclusione sui trattamenti antitarlo
Io una mia personalissima idea me la sono fatta, credo che acquistare un prodotto di qualità come antitarlo sia di fondamentale importanza, prestando la massima attenzione all’etichetta del prodotto (spesso non si legge) cercando di capire il principio del prodotto e quali effetti collaterali sono dichiarati, infatti bisogna prestare bene attenzione se vengono dichiarate delle procedure particolari, in alcuni casi il prodotto per essere molto efficace potrebbe anche rovinare i mobili oppure essere particolarmente dannoso alla salute dell’uomo. anche se prima di questo articolo ho voluto mettere a confronto diverse etichette di vari prodotti antitarlo ed ad oggi sembrano essere un po’ tutte allineate, ovvero non emanano cattivi odori, non sviluppano gas nocivi, non si degradano alla luce, non lasciano il supporto trattato unto, non aggrediscono colori, vernici, metalli, dorature e non macchiano, ma io consiglio sempre di fare una prova prima di passare alle parte più esposte e in vista del mobile.
Applicare il prodotto nei mesi sopra indicati ci da maggiori possibilità di riuscita.
Iniettare oppure lasciare un pochino a bagno (dove possibile) nell’antitarlo e subito dopo fasciare per bene con della pellicola l’oggetto aumenta di molto l’efficacia del prodotto e quindi della sua riuscita.
Prevenire è meglio che curare (la soluzione definitiva)
L’unica cosa che credo di aver capito senza ombra di dubbio e che avendo un periodo di incubazione così ampio è difficile accorgersi di qualche cosa, di conseguenza io reputo di fondamentale importanza prevenire ( a prescindere) la formazione del tarlo del legno.
I trattamenti sopra elencati vanno benissimo, ma se vogliamo avere dei risultati ottimi senza ricorrere a sostanze chimiche la parola d’ordine è solo una RENDERE INATTACABILE IL MOBILE, come si fa? si devono chiudere i pori del legno!!!!!
Difficilmente viene attaccato dal tarlo un mobile verniciato con dello smalto, questo perchè i pori sono ben chiusi.
Esistono degli appositi prodotti vernicianti chiamati OTTURAPORI, che servono proprio a questo, ma anche carteggiare per bene con carta molto fine e successiva applicazione di impregnante e finitura trasparente spesso chiude per bene tutti i pori e preserva il legno.
Particolare attenzione alla stuccatura di qualsiasi buco o imperfezione tramite stucco plastico o stick di cera.
Diciamo che alla fine come sempre la soluzione salta fuori, in questo caso la prevenzione è fondamentale in quanto, intervenire su materiali attaccati dal tarlo non è molto semplice, quindi la prima strada si preferisce di gran lunga.
Vi pregherei moltissimo di riportare in questo blog (commentando l’articolo) le vostre esperienze in merito, mai come in questo caso è molto utile capire come siete intervenuti voi e quali risultati avete ottenuto. Vi lascio con una selezione sui migliori prodotti antitarlo.
I prodotti antitarlo
In commercio troviamo tanti validi prodotti antitarlo, in svariati formati: dallo spray a flaconi di prodotto liquido, con un prezzo che varia dalle 5 alle 20 euro circa.
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